Gymnosporangium Clavariaeformis

Gymnosporangium Clavariaeformis (Jacq.) D.C.

Regno: Fungi,

Divisione: Basidiomycota,

Classe: Urediniomycetes,

Ordine: Uredinales,

Famiglia: Puccinaceae,

Genere: Gymnosporangium,

Specie: Gymnosporangium clavariaeformis.

 Alle pendici della Maiella, a circa 1.200 metri di altezza, lì dove si estendono i boschi di faggio ed i prati e le radure sono ricoperte da cespugli di ginepro, è capitato più volte in primavera ad Anna Massimi, di imbattersi in questo strano fungo abbastanza diffuso e di un colore aranciato talmente vivace e luminoso da attirare l’attenzione.
In realtà, più che di un fungo, trattasi di uno degli stadi di riproduzione di una “Uredinale”, cioè di una ruggine, Roestelia lacerata  (Sow.) Mèrat, parassita del biancospino, del melo, del pero e di alcuni altri sorbus. E’ veramente interessante conoscere il ciclo di sviluppo vegetativo del Gymnosporangium che essendo una “ruggine” eteroica necessita di due piante-ospiti sistematicamente diverse tra loro per produrre e sviluppare due differenti apparati ed organi riproduttivi. Nel caso in esame, la ruggine attacca il ginepro (Juniperus communis, J. Oxycedrus, J. Sabina, ecc.) sviluppando in una sua prima fase (diaplofase)   dei teleutosori e cioè organi contenenti le teleutospore. Nella fase successiva (aplofase) le spore diffuse dai teleutosori sotto forma di polvere rugginosa attaccano le foglie delle altre piante-ospiti producendo degli ammassi di eccidi e cioè delle galle nelle quali si producono le eccidiospore in grado, a loro volta, di riprodursi e di germinare.
Gli esemplari trovati da Anna Massimi e fotografati da Maria Clotilde Carrassi del Villar  su rami di ginepro, di un bel colore aranciato, simili ad alcune Clavarie (!,5 / 2 cm. di lunghezza) altro non sono quindi che dei teleutosori, gelatinosi e particolarmente rigonfi ed allungati perché bagnati forse a seguito dell’umidità notturna o ad una pioggia recente.

 Sandro Ascarelli

 

Bibliografia essenziale:

Fries E.: Sistema mycologicum, 1830, ristampa CEMM ae, 1994, vol. III, pag. 506;

Saccardo P.A.: Silloge fungorum, Padova 1888, vol. 7, pag. 737;

Moreau F.: Les Champignons, Ed. Lechevalier, Paris, 1954, pag. 1636;

Vignoli L.:  Sistematica delle piante inferiori, Ed. Calderoni, Bologna, 1964, pag. 681;

Boedijn K.B.: Il mondo delle piante. Le piante inferiori, E. Mondatori, Milano, 1966

Montegut J.: L’Encyclopedie analytique des champignons, Ed. S.E.C.N., Orgeval, 1992, vol. I°, pag.54

Govi G.: Introduzione alla micologia, Ed agricole, Bologna, 1986, pagg. 176 e segg.

Rambelli A. & Pasqualetti  M.: Nuovi fondamenti di Micologia, Ed. Jaca Book spa, Milano, 1996, pag. 40;

Laessoe Th.: Funghi, Manuali Fabbri, Milano, 1998, pag. 250;

Kirk P.M., Cannon P.F., David J.C. & Stalpers J.A.: Dictionary of the Fungi, Ed. CAB international,
Wallingford, U.K, IX ediz., 2001, pag. 221;

AA.VV.: Bolets de Catalunya, Ed. Societat Catalana de Micologia, Barcellona, 1985, Lamina n. 169.

 

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