Tassonomia dei funghi
Il 18° Congresso Internazionale Botanico, tenutosi a Melbourne, in Australia, nel luglio 2011 ha apportato alcuni cambiamenti sostanziali al Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica inserendo per la prima volta nella storia anche i funghi e le alghe.
Pertanto il titolo di questa normativa, ampliato per rendere esplicito questo inserimento, è diventato: “Codice Internazionale per la Nomenclatura delle alghe, funghi e piante” con abbreviazione proposta “ICN”.
Per i funghi probabilmente il cambiamento più importante che è stato adottato riguarda il principio “un fungo, un nome” in precedenza non sempre seguito.
Inoltre altri cambiamenti di rilievo riguardano:
- la possibilità che la pubblicazione scientifica di tutti gli atti nomenclaturali (“nomenclatural acts”) sia fatta anche in forma elettronica (ad esemplio riviste on line) e non solo su pubblicazioni scientifiche accreditate come sempre richiesto in precedenza;
- consentire di sviluppare la descrizione di nuovi taxa, denominata “diagnosi”, anche in inglese e non solo in latino come era strettamente obbligatorio.
Sistematica/Classificazione
Per avere un quadro d’insieme comprensibile di un mondo complesso come quello dei funghi, si è operato, in passato, raggruppando i funghi in base alle somiglianze morfologiche macroscopiche. In epoca più recente, l’indagine microscopica ha permesso di esaminare i funghi anche in base ad elementi non visibili ad occhio nudo (elementi riproduttivi e strutture cellulari), consentendo di creare nuovi raggruppamenti o di separare specie fino ad allora ritenute affini. Studi contemporanei basati sull’analisi molecolare stanno imponendo le indagini di tipo genetico e biochimico come la nuova frontiera delle scienze biologiche, ivi compresa la micologia.
I miceti, attualmente, possono essere suddivisi in cinque grandi Classi:
ASCOMICETI: carpofori con spore prodotte all’interno degli aschi (sacchetti). Sono circa 16.000 specie con portamento molto diversificato (Morchelle, Helvelle, ecc.).
BASIDIOMICETI: salvo alcuni raggruppamenti di minor interesse (gasteromiceti, afilloforali), sono carpofori completi di cappello e gambo. Sotto il cappello hanno l’imenoforo che ospita le cellule riproduttive chiamate basidi, ognuno dei quali sorregge le spore.
GLOMEROMICETI: comprende funghi caratterizzati dall'avere ife non settate e spore piuttosto grandi e multinucleate; si tratta di funghi simbionti obbligati di piante e alberi con cui formano micorrize c.d. arbuscolari.
CHYTRIDIOMICETI: funghi sostanzialmente microscopici e spesso unicellulari.
ZIGOMICETI: vi appartengono funghi prevalentemente saprofiti che vivono come decompositori del suolo.
Il prospetto che segue riporta la classificazione dei primi due importanti gruppi riguardante i funghi macroscopici.
B A S I D I O M I C E T E S
A S C O M I C E T E S
Divisione cromosporica
Altro metodo di classificazione, in particolare per i funghi a lamelle, è quello della suddivisione in base alla colorazione delle spore in massa (le singole spore hanno sempre una colorazione ialina). Questo sistema, elaborato dal grande micologo svedese, Elias Fries, costituisce un punto di riferimento basilare per la sistematica ed è valido ausilio nella determinazione dei diversi generi.
I funghi a lamelle vengono così suddivisi in cinque gruppi cromosporici:
- Leucosporei: spore bianche o leggermente colorate.
- Rodosporei: spore rosa.
- Ocrosporei: spore ocra, brune, bruno-ruggine.
- Iantinosporei: spore bruno-porpora o violacee.
- Melanosporei: spore nere.
I prospetti che seguono rappresentano i generi dei funghi raggruppati secondo questo sistema e suddivisi in due gruppi, in base al carattere della omogeneità o eterogeneità del genere stesso.
Spesso il colore delle lamelle ci dà l’indicazione della colorazione delle spore, ma per una verifica empirica di questo carattere, si ricorre all’osservazione della “sporata”.
La sporata consiste nella deposizione delle spore in massa su una superficie, in modo che si possa vederne il colore a occhio nudo. Per avere una buona osservazione della sporata, bisogna procedere in questo modo: recidere il gambo di un esemplare ben maturo appena sotto il cappello e appoggiare le lamelle su una lastra di vetro trasparente, oppure su un cartoncino, meglio se di colore metà bianco e metà nero, ed aspettare otto/dieci ore finchè le spore si saranno depositate sulla superficie.
Una terza variabile morfologica, di fondamentale importanza per attribuire con buona approssimazione una specie ad un dato genere, è la presenza o l’assenza di veli.
Con la pubblicazione di Shubler nel 2001 le Divisioni sono cinque. Alle quattro da voi citate è stata aggiunta quella dei Glomeromycota, composta da specie precedentemente inserite nei Zigomycota.
La specificità è data dal tipo di simbiosi micorrizica (endomicorriza o micorriza arbuscolare), dalla assenza di zigospore e dall' analisi del DNA ribosomiale.
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Giorgio Colussi-Verona
Gent.mo sig. Colussi,
La ringraziamo per la segnalazione. Dopo gli opportuni approfondimenti provvederemo alla necessaria modifica del testo.
Nuova Micologia